18 maggio - 31 luglio 2022
exhibition test #23
LJUS - Istruzioni per l'uso
mario casadei maldini, francesca catellani,
karin reisovà, angelica ruggiero, vittoria viale
INAUGURAZIONE
MERCOLEDÌ 18 MAGGIO ORE 15:00-20:00
In occasione del Salone Internazionale del Mobile (7-12 giugno)
visite guidate SU APPUNTAMENTO
fino al 31 luglio 2022 Chippendale Studio ospita la mostra collettiva dal titolo Ljus. Istruzioni per l’uso, atto conclusivo della sesta edizione della Art School che quest’anno ha impegnato gli artisti in una lunga riflessione volta a indagare le possibilità di sperimentazione della luce come dispositivo di azione e interazione nello scenario artistico contemporaneo.
Luce: priva di sostanza fisica e perciò impossibile da toccare con mano, è invece determinante nella sua apparente inconsistenza. Responsabile della vita sul nostro pianeta, regola orari, stagioni, plasma ogni tipo di attività umana; l’uomo ne rimane inevitabilmente coinvolto affascinato dal suo mistero. Nell’arte la luce e tutto ciò che concerne la sua dimensione fisica e metaforica, è sempre stata fonte di ispirazione per gli artisti e li ha spinti a cercare metodi attraverso cui restituire quella dimensione mistica in opera oggettuale, toccabile con mano.
Le riflessioni maturate attorno al tavolo di Chippendale Studio durante questi mesi hanno messo a fuoco il rapporto tra progresso tecnologico e fonti luminose; un connubio che nella produzione artistica tanto del passato quanto del presente è stato più volte sperimentato con successo, portando alla realizzazione di dispositivi in grado di stupire lo spettatore e rivoluzionare il concetto stesso di arte.
Gli artisti della Art School si sono lasciati guidare da questi stimoli portando il loro personale contribuito attraverso le opere esposte in mostra. Alcuni lavori indagano l’aspetto fisico del dispositivo luce come possibilità di indagine dello spazio circostante ed ulteriore espansione della realtà; altri nascono da un’esigenza interiore che seppur intima e personale si apre alla possibilità dell’universale stimolando una riflessione collettiva su temi contemporanei. Lo spazio espositivo attraversa una metamorfosi: da luogo preposto alla semplice contemplazione visiva di oggetti si trasforma in un campo d’azione nel quale ciascuno dei cinque artisti propone dispositivi di interazione con il pubblico che scopre in questo modo di essere parte integrante del processo espositivo. Una guida realizzata a cura di Francesca Lazzarin e Giulia Moscheni, accompagna gli spettatori alla scoperta delle opere presenti nello spazio che si apre a luogo di scambio e interazione; un luogo da scoprire e scomporre di volta in volta in livelli di significazione sempre diversi.
Mario Casadei Maldini con il progetto Il punto di vista di Elvox Vimar propone un flusso continuo di immagini registrate attraverso il videocitofono della propria abitazione. tale flusso viene esperito mediante un semplice tablet che, lasciato su una panca, decontestualizza l’atto quotidiano e a noi familiare dell’utilizzo di un dispositivo mobile inserendolo nello spazio espositivo, mentre la nuova modalità di fruizione genera spaesamento e curiosità.
Francesca Catellani con il progetto Parlami di Luce Allontana concettualmente lo spettatore dagli spazi della mostra per immergerlo in una dimensione “altra” mediante un dispositivo di concentrazione di forma piramidale. Dall’installazione è possibile percepire diversi suoni, una moltitudine di voci, che in questa nuova dimensione pongono in comunicazione tra loro lo spazio presente dello spettatore e quello passato delle voci narranti.
Karin Reisovà con il progetto Fare luce. Riflessioni sul colonialismo in Etiopia propone otto copie di una serie di cartoline tratte da immagini fotografiche scattate negli anni '30 in Etiopia. Poste all’interno di un espositore girevole lo spettatore è invitato a interagire con esso scegliendo una o più cartoline e intervenendo sul retro attraverso scritti o disegni.
Angelica Ruggiero con il progetto SERALUCI. La fonte luminosa nel Mediterraneo propone tre tavole, parte di un corpus più ampio di opere su carta realizzate a mano, che formalizzano graficamente l’intera fase di metaprogettazione di Seraluci. L’opera pensata in termini multidisciplinari prevede un'azione performativa partecipata a bordo di un'imbarcazione tradizionale che trasporterà in mare aperto una lampara (una grande lampada utilizzata dai pescatori per illuminare la superficie dell'acqua durante la notte). Attraverso il coinvolgimento di diverse città italiane a partire da Giovinazzo, luogo di ispirazione del concept, l'artista intende coinvolgere gli spettatori in una riflessione collettiva.
Vittoria Viale con l'installazione Una mano che disegna dispone sul tavolo di Chippendale Studio uno schermo luminoso e il libretto d'istruzioni con l'intenzione di condividere con lo spettatore una nuova idea di disegno in termini sperimentali e ludici. disegnare diventa quindi un atto partecipativo: il pubblico è invitato ad agire attraverso il proprio corpo, a servirsi di oggetti e parole personali per lasciare una "traccia visibile della propria presenza" nello spazio.
ORARI APERTURA
fino al 31 luglio solo su appuntamento: [email protected]
MERCOLEDÌ 18 MAGGIO ORE 15:00-20:00
In occasione del Salone Internazionale del Mobile (7-12 giugno)
visite guidate SU APPUNTAMENTO
fino al 31 luglio 2022 Chippendale Studio ospita la mostra collettiva dal titolo Ljus. Istruzioni per l’uso, atto conclusivo della sesta edizione della Art School che quest’anno ha impegnato gli artisti in una lunga riflessione volta a indagare le possibilità di sperimentazione della luce come dispositivo di azione e interazione nello scenario artistico contemporaneo.
Luce: priva di sostanza fisica e perciò impossibile da toccare con mano, è invece determinante nella sua apparente inconsistenza. Responsabile della vita sul nostro pianeta, regola orari, stagioni, plasma ogni tipo di attività umana; l’uomo ne rimane inevitabilmente coinvolto affascinato dal suo mistero. Nell’arte la luce e tutto ciò che concerne la sua dimensione fisica e metaforica, è sempre stata fonte di ispirazione per gli artisti e li ha spinti a cercare metodi attraverso cui restituire quella dimensione mistica in opera oggettuale, toccabile con mano.
Le riflessioni maturate attorno al tavolo di Chippendale Studio durante questi mesi hanno messo a fuoco il rapporto tra progresso tecnologico e fonti luminose; un connubio che nella produzione artistica tanto del passato quanto del presente è stato più volte sperimentato con successo, portando alla realizzazione di dispositivi in grado di stupire lo spettatore e rivoluzionare il concetto stesso di arte.
Gli artisti della Art School si sono lasciati guidare da questi stimoli portando il loro personale contribuito attraverso le opere esposte in mostra. Alcuni lavori indagano l’aspetto fisico del dispositivo luce come possibilità di indagine dello spazio circostante ed ulteriore espansione della realtà; altri nascono da un’esigenza interiore che seppur intima e personale si apre alla possibilità dell’universale stimolando una riflessione collettiva su temi contemporanei. Lo spazio espositivo attraversa una metamorfosi: da luogo preposto alla semplice contemplazione visiva di oggetti si trasforma in un campo d’azione nel quale ciascuno dei cinque artisti propone dispositivi di interazione con il pubblico che scopre in questo modo di essere parte integrante del processo espositivo. Una guida realizzata a cura di Francesca Lazzarin e Giulia Moscheni, accompagna gli spettatori alla scoperta delle opere presenti nello spazio che si apre a luogo di scambio e interazione; un luogo da scoprire e scomporre di volta in volta in livelli di significazione sempre diversi.
Mario Casadei Maldini con il progetto Il punto di vista di Elvox Vimar propone un flusso continuo di immagini registrate attraverso il videocitofono della propria abitazione. tale flusso viene esperito mediante un semplice tablet che, lasciato su una panca, decontestualizza l’atto quotidiano e a noi familiare dell’utilizzo di un dispositivo mobile inserendolo nello spazio espositivo, mentre la nuova modalità di fruizione genera spaesamento e curiosità.
Francesca Catellani con il progetto Parlami di Luce Allontana concettualmente lo spettatore dagli spazi della mostra per immergerlo in una dimensione “altra” mediante un dispositivo di concentrazione di forma piramidale. Dall’installazione è possibile percepire diversi suoni, una moltitudine di voci, che in questa nuova dimensione pongono in comunicazione tra loro lo spazio presente dello spettatore e quello passato delle voci narranti.
Karin Reisovà con il progetto Fare luce. Riflessioni sul colonialismo in Etiopia propone otto copie di una serie di cartoline tratte da immagini fotografiche scattate negli anni '30 in Etiopia. Poste all’interno di un espositore girevole lo spettatore è invitato a interagire con esso scegliendo una o più cartoline e intervenendo sul retro attraverso scritti o disegni.
Angelica Ruggiero con il progetto SERALUCI. La fonte luminosa nel Mediterraneo propone tre tavole, parte di un corpus più ampio di opere su carta realizzate a mano, che formalizzano graficamente l’intera fase di metaprogettazione di Seraluci. L’opera pensata in termini multidisciplinari prevede un'azione performativa partecipata a bordo di un'imbarcazione tradizionale che trasporterà in mare aperto una lampara (una grande lampada utilizzata dai pescatori per illuminare la superficie dell'acqua durante la notte). Attraverso il coinvolgimento di diverse città italiane a partire da Giovinazzo, luogo di ispirazione del concept, l'artista intende coinvolgere gli spettatori in una riflessione collettiva.
Vittoria Viale con l'installazione Una mano che disegna dispone sul tavolo di Chippendale Studio uno schermo luminoso e il libretto d'istruzioni con l'intenzione di condividere con lo spettatore una nuova idea di disegno in termini sperimentali e ludici. disegnare diventa quindi un atto partecipativo: il pubblico è invitato ad agire attraverso il proprio corpo, a servirsi di oggetti e parole personali per lasciare una "traccia visibile della propria presenza" nello spazio.
ORARI APERTURA
fino al 31 luglio solo su appuntamento: [email protected]
what? where? when? who? why?Gli 'exhibition test' sono dei momenti espositivi all'interno degli spazi di chippendale studio realizzati a cadenza periodica DAGLI ALLIEVI di ART SCHOOL, O DA CHI FREQUENTA CORSI INDIVIDUALI, con lo scopo di TESTARE l'allestimento DELLE OPERE prodotte.
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