Angelo iodice
barletta, 1980
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del tempo e degli specchi, 2018Lo specchio come duplicatore del mondo, un’immagine cosciente, che altro non è se non un artefatto del reale: questa la visione di Jorge Luis Borges rappresentata dal progetto Del tempo e degli specchi.
Per rappresentare tale concetto Angelo Iodice congela con la macchina fotografica le combinazioni cromatiche, totalità appaganti e stimolanti, entropicamente inafferrabili che si scrutano attraverso il foro di un Caleidoscopio e dialogano con lo spazio altro dello specchio. Gli specchi replicano il mondo, normalmente lo duplicano invertendo destra e sinistra, mostrano un ambiente irreale che si presenta come uno “spazio che pur coincidendo con un luogo (o non luogo) nel quale chi si specchia non si trova effettivamente, è tuttavia un posto connesso a tutti gli altri spazi che lo circondano” (Michel Foucault). Si ha un distacco dal continuum spazio tempo e passato e futuro sono la stessa cosa, si mette in scena il sottile equilibrio tra ciò che ci appare e la sua trasformazione nel suo Doppelgänger. Il corpo fotografico di Del tempo e degli specchi indaga sull’ altro facendo sorgere il dubbio nell'interlocutore... ciò che si potrebbe trovare una volta attraversata la soglia, è una proiezione verso l’indeterminato e l’indefinito? Elisa Paganin Ogni esemplare è composto da 7 stampe fine art su carta photobase double site 230g Felix Schoeller e trattamento di laminazione opaco a caldo. I fogli stampati riportano sul retro, i relativi spettri sonori di una traccia audio di noise e interferenze elettromagnetiche, field recovering, create con il dilatamento temporale grazie alla collaborazione con la sound artist Roberta Busechian. 7 stampe 32x48cm piegate a croce per una dimensione finale di 24x16cm, contenute in un folder trasparente.
Tiratura limitata di 25 esemplari, 20 in numeri arabi e 5 in numeri romani + 3 PA. Gli esemplari in numeri romani contengono una lastra di alluminio con il testo critico, scritto in modo destrorso e speculare. |